Da poco rientrati dal nostro annuale pellegrinaggio a Lourdes è bello sostare a ricordare i tanti momenti vissuti in giorni sempre molto intensi.

Giornate nelle quali il tempo sembra dilatarsi per farsi più capiente così da poter contenere fatti, parole, sguardi, pensieri, preghiere, con una densità ed intensità straordinarie.

Al ritorno certo la stanchezza si fa sentire, ma sempre prevale il sentimento di gioia e la coscienza delle tante grazie ricevute.

Anche quest’anno noi della Sottosezione di Ivrea ci siamo uniti ai nostri amici delle altre Sottosezioni Piemontesi, ma a differenza dell’anno precedente il mezzo prescelto è stato l’autobus.

Visti i tempi biblici oramai praticamente inevitabili del treno (che peraltro comporta maggiori costi) abbiamo optato per una soluzione già ampiamente sperimentata da noi di Ivrea negli anni passati, quella di alcuni bus normali con l’aggiunta di alcuni bus speciali dotati di allestimento speciale con bagno per disabili e barelle per i malati più gravi.

Noi di Ivrea in fondo siamo stati un po’ gli apripista di quella che sta divenendo la scelta o quanto meno l’opzione aggiuntiva un po’ per tutte le Sottosezioni del Nord Italia.

Quest’anno hanno provato questo tipo viaggio con noi anche le altre Sottosezioni, un esperimento in grande con qualche difficoltà in fase organizzativa visto il numero dei partecipanti (340 di cui oltre 100 malati più o meno gravi), ma che pare sia stato un buon successo.

Questa soluzione tra l’altro ci ha consentito di giungere a Lourdes in metà tempo rispetto all’anno precedente, con buona soddisfazione per la gran parte dei partecipati e degli ammalati più gravi in particolare, quelli che più sentono necessità di minimizzare il tempo di spostamento.

Partiti la sera di Domenica 4 Settembre da varie località piemontesi con 8 bus di cui 2 attrezzati, abbiamo organizzato un viaggio nel quale abbiamo prestato attenzione a scaglionare gli arrivi nelle varie tappe-autogrill così da evitare di creare ingorghi e rallentamenti, e siamo giunti a Lourdes in sequenza pure leggermente sfalsata così da facilitare le operazioni di scarico nella zona degli alberghi e del Salus, la struttura dove pernottano i malati e gli accompagnatori.

Un’ottima strategia che ha reso più rapido ancora il viaggio nel complesso, arrivando ad aver scaricato tutti i bus già alle 11 del lunedì 5, di conseguenza la giornata è risultata alquanto fruibile proprio a Lourdes, del resto il vero obiettivo del viaggio resta sempre quello di poter spendere più ore possibili nel Santuario.

Ci si trova spesso a parlare della crisi di presenze a Lourdes, che è poi la crisi di tanti santuari in genere e che altro non è probabilmente che il riflesso di una crisi nella devozione popolare, quella che tipicamente sosteneva ed animava grandi folle capaci di muoversi verso i luoghi di culto di tutta Europa, Lourdes in primis appunto.

In questi momenti la presenza e la guida dei nostri Pastori e dei sacerdoti è quanto mai importante.

Quest’anno abbiamo avuto una grande grazia: erano con noi nove sacerdoti, un diacono, diverse suore e ben tre vescovi: il nostro Mons. Cerrato, Mons, Debernardi di Pinerolo e Mons. Guerrini di Saluzzo.

E’ stato molto bello ed importante constatare come la Chiesa sia presente proprio in questo momento di difficoltà: la presenza dei sacerdoti e delle religiose sui bus ha aiutato a fare pellegrinaggio sin dalle prime fasi del viaggio, e la presenza dei Vescovi durante le varie funzioni al Santuario ha dato a noi tutti la chiara testimonianza di come le prime linee della Chiesa siano personalmente impegnate a sostenere il culto Mariano e ad accompagnare i fedeli accorsi in pellegrinaggio.

Tre vescovi dicevo, più Mons. Lupi Vescovo di Savona con la Sezione Ligure anch’essa a Lourdes nel medesimo periodo, e quindi la presidenza delle funzioni principali tipiche del Santuario da dividersi così da poterne presiedere una a testa.

La messa alla Grotta presieduta da Mons. Guerrini, venuto a Lourdes anche per festeggiare il proprio 75mo compleanno, la processione Aux Flambeaux presieduta da Mons. Lupi, la messa Internazionale presieduta dal nostro Mons. Cerrato e la processione Eucaristica presieduta da Mons. Debernardi.

Certamente per ciascuno di essi si è trattato di un’occasione speciale, di quelle certamente indimenticabili.

E poi tante altre funzioni e occasioni di preghiera e di devozione.

Tra tutte ricordo con grande emozione la via crucis con i malati; visto il gran caldo pomeridiano abbiamo sostato sotto i grandi alberi della Prateria, godendo di un po’ di ombra e di frescura, ma perdendo la possibilità di effettuare la via crucis nella zona delle sculture del cosiddetto Chemin de la Croix, posto anch’esso nella Prateria ma in zona molto assolata e calda.

La prudenza ci ha indotti a non rischiare insolazioni per i nostri malati.

E così abbiamo disposto le molte carrozzine presenti ad anfiteatro tutte rivolte verso i lettori, per una preghiera introdotta e conclusa dal nostro Vescovo Cerrato e guidata da Don Maurizio di Rivarolo.

Ad ogni stazione la croce veniva passata di malato in malato, di carrozzina in carrozzina con l’aiuto di un altro dei nostri malati in grado di camminare.

Non c’erano quindi statue o formelle artistiche per ogni stazione, ma ad ogni stazione c’era uno sguardo emozionato, un volto concentrato nella preghiera, una mano a volte un po’ debole e tremante che si faceva forte e ferma per sorreggere il legno della Croce.

Ad ogni stazione ci si inginocchiava al canto “ti adoriamo Cristo e ti benediciamo, perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo”.

Inginocchiandoci verso la croce di legno posta in mani tremanti ci inginocchiavamo anche verso quella schiera di uomini e donne inchiodati a croci di sofferenza e malattia, ma capaci di portare queste croci con grandissima dignità e fede.

Carne dolente di Cristo vivo e presente in mezzo a noi, sembravano una schiera di angeli con ali a forma di ruote di carrozzina.

Con grande commozione ricordo questo momento e voglio conservarlo nel cuore come il momento più toccante di questo bel pellegrinaggio.

Un bel pellegrinaggio che come sempre è sembrato durare troppo poco, quest’anno ancor di più visto che le notti previste a Lourdes erano solo tre: la ripartenza alla volta del Piemonte era infatti prevista per la sera di giovedì.

Prima di ripartire però abbiamo acceso tutti insieme il cero votivo del pellegrinaggio, sempre accompagnati dai nostri sacerdoti e Vescovi, e a seguire abbiamo potuto sostare a lungo alla Grotta in attesa del rosario delle 18.

Per tutti certamente l’occasione gradita per posare il cuore e salutare la Madonna; un arrivederci a presto con un altro bel pellegrinaggio da vivere intensamente tra preghiera e comunanza fraterna.

Siamo quindi rientrati verso casa, con un viaggio notturno tranquillo ed ordinato nel quale abbiamo anche avuto ulteriori occasione di condivisione e di preghiera guidati dal nostro Assistente Don Sheejan sempre presente e attento.

I sorrisi e le lacrime di commozione che ho visto sul volto di tanti ripagano ogni sforzo e certo mettono ancor più voglia di ripartire.

Al prossimo pellegrinaggio!

 

Mauro Vollaro

Sabato 16 Luglio, Madonna del Carmelo: una data mariana tra le più significative, di quelle da ricordare e celebrare. E quale modo migliore per farlo che recarsi presso un santuario per una giornata intera?

Di santuari ne abbiamo diversi anche qui in provincia, a pochi km di distanza dalle nostre case. Alcune molto noti e frequentati, altri forse meno noti per noi di Ivrea, ma comunque importanti.

Tra questi vi è certamente il Santuario Nostra Signora di Lourdes a Forno di Coazze, in val Sangone.

Vi eravamo già stati ad ottobre, quando ci eravamo andati con un  piccolo gruppo di dodici Unitalsiani accompagnati dal nostro Don Sheejan ed eravamo tornati a casa col desiderio di ripetere l’esperienza e di tornare con un gruppo più numeroso e pure con qualche malato.

Ci siamo quindi tornati in occasione di questa  festa mariana, stavolta eravamo un bel gruppo di oltre quaranta persone tra cui tre amici in carrozzina.

Tenevamo a ripetere l’esperienza di pellegrinaggio presso questo particolare Santuario: eravamo infatti rimasti colpiti non soltanto dal Santuario in se stesso, che contiene tra l’altro la fedele copia della grotta di Massabielle ed una reliquia di Santa Bernadette esposta nella cripta della chiesa grande,  ma anche dalla vicenda del suo fondatore, Don Viotti, scomparso nel 2008.

Don Viotti, reduce da un’inaspettata guarigione dopo un pellegrinaggio negli anni ’40 a Lourdes (una di quelle “guarigioni inspiegabili” che a Lourdes sono particolarmente frequenti) per devozione e in atto di ringraziamento ha deciso di riprodurre proprio a Forno di Coazze la copia fedele della  grotta, con la statua della Vergine in una nicchia posta in alto a destra, lassù dove lo sguardo del pellegrino abituale di Lourdes la va spontaneamente a cercare.

E sovrastante la grotta, una chiesa, quasi una basilica; e tutto attorno ampi spazi verdi nei quali si sviluppano cammini per la via crucis, altari per messe all’aperto e zone riservate dove poter sostare in preghiera, in un silenzio rotto solo dal suono del torrente Sangone che passa proprio di fronte al Santuario, piccolo Gave per una piccola Lourdes.

Anche stavolta come già ad Ottobre scorso ci ha fatto da guida Antonio, un amico pellegrino conosciuto nell’ultimo viaggio a Lourdes.

Entusiasta e commosso ci ha guidati alla scoperta del Santuario, facendoci anche scoprire la figura di Don Viotti, raccontando aneddoti e ricordi.

Antonio ha ricordato commosso gli anni della sua infanzia, passata proprio li: era infatti uno dei ragazzi ospiti permanenti della comunità guidata da Don Viotti, dove ha vissuto dall’età di 4 anni fino agli 11, frequentando le scuole primarie nel vicino paese.

Molti dei ragazzi accolti erano orfani, altri solo ospiti temporanei, magari perché provenienti da famiglie con tanti figli e poche disponibilità; tutti erano figli di adozione di un sacerdote entusiasta e sognatore, che voleva diffondere la propria devozione per la Vergine Maria.

Di quel tempo restano le foto esposte nella basilica e una grande struttura capace ancora oggi di dare ospitalità a gruppi e pellegrini.

Al mattino abbiamo potuto incontrare anche alcune delle “mamme”  di Don Viotti, ovvero le donne laiche (oramai molto anziane) che prestavano servizio in favore degli orfanelli ospitati in quella struttura.

Antonio ha tenuto a sottolineare che a differenza di quel che si sente dire di tanti collegi, il suo ricordo è quello di anni felici e molto formativi, vissuti in armonia e col senso della gioia cristiana.

Eravamo oltre quaranta dicevo, in gran parte di Ivrea ma al nostro gruppo si sono uniti a noi amici dell’UNITALSI provenienti da Torino, Susa e Alba.

Il programma della giornata ci ha visti partecipare alla messa alla grotta delle 10.30, per poi ascoltare la testimonianza di Antonio e di una delle “mamme” presenti ed in seguito effettuare una breve visita del Santuario, con sosta alla tomba di Don Viotti.

Abbiamo quindi fatto pranzo nell’adiacente struttura della Casa di Spiritualità Gesù Maestro, in queste settimane piena di persone che vengono a passare qualche giorno di ritiro e riposo in questo luogo di pace incastonato a 1000 mt di quota tra le montagne dell’alta val Sangone.

A seguire, tempo per la visita del Santuario e poi a piedi verso la zona al di là del torrente Sangone,  dove si sviluppa la restante parte del Santuario.

Abbiamo quindi potuto pregare la via-crucis lungo un percorso adatto anche alle carrozzine dei nostri amici diversamente abili e visitare la parte del santuario dove sono disponibili  altri spazi per la preghiera, oltre ad alcune case rurali ristrutturate ed adibite a museo.

Il tema di questo piccolo museo è a cavallo tra Terra Santa e Lourdes, in quanto guida  il visitatore a scoprire il parallelismo possibile tra Lourdes e i luoghi della Rivelazione, tra Antico e Nuovo Testamento.

Verso le 17.30 ci siamo cominciati a raggruppare per tornare al pullmino e ripartire alla volta di casa.

E’ stata una giornata ricca, nella quale abbiamo potuto scoprire un bel santuario, pregare, stare insieme e conoscere meglio e per bocca dei testimoni oculari una di quelle tante storie un po’ nascoste che fanno più bella la Chiesa.

E’ stata soprattutto un’occasione nella quale vivere appieno il carisma della nostra associazione; si, perché UNITALSI non è solo pellegrinaggi a Lourdes, ma pellegrinaggi ai Santuari in generale.

E allora è bello ed importante rinnovare questa particolare vocazione recandoci di tanto in tanto ad un santuario, anche in quelli meno conosciuti e frequentati; ce ne sono tanti anche solo nel raggio di una o due ore di auto ed è particolarmente bello andarci in gruppo con amici conosciuti magari a Lourdes.